Saint German
IL GIARDINO DELL’EDEN
Questo messaggio ha lo scopo di svegliarti alla comprensione di ciò che tu sei, di renderti conscio di me, del tuo divino Sé, in modo che mai più tu possa essere ingannato da quell’altro sé, che tu hai immaginato fosse te, e che così a lungo ti ha adescato, nutrendoti dei suoi piaceri dei sensi, che non soddisfano mai, con le sue dissipazioni mentali e con i suoi godimenti emozionali.
Ma prima che ciò possa effettuarsi, sarà necessario che tu conosca interamente, questo supposto altro sé, che tu creasti pensandolo reale e separato da me, e mantenesti poi vivo dandogli il potere di lusingarti e di ingannarti; sì, quel sé autocreato con il suo orgoglio, la sua ambizione, il suo potere immaginario, puramente egoista, con il suo desiderio d’essere reputato buono e saggio; ma che è soltanto la tua personalità, nata solo per morire come entità separata, e che come tale, non ha realtà o permanenza maggiore della foglia, della neve o della nuvola.
Tu sarai messo faccia a faccia, con questo meschino sé personale e imparerai allora, che sono Io, la parte infinita, impersonale di te, dimorante sempre dentro di te, che ti addita tutte queste illusioni della personalità. Questa realizzazione verrà certamente, se riconoscerai che questo messaggio viene da me e se vorrai seguirlo. A te, io farò sparire ogni illusione e tu mi conoscerai in verità.
Esercitare la tua mente in questa direzione di pensiero astratto, non ti nuocerà. Anzi, è precisamente ciò di cui la tua mente ha bisogno. Io preparo così la tua mente, perché tu possa ricevere e spargere la mia conoscenza celeste, fra quelli che io condurrò a te per tale scopo. Procediamo quindi, affinché tu possa vedere la verità in questa esposizione.
Nel corso delle nostre considerazioni, siamo giunti al punto in cui il tuo Io sono, manifestantesi nel corpo della tua anima immortale, è pronto a entrare in una forma materiale, una forma adatta all’espressione terrena dei miei attributi. Questo cambiamento, da una forma mentale ad una materiale, si effettuò nel modo e col processo medesimo di tutta la creazione, cioè per mezzo del pensiero, ed è descritto letteralmente nella Bibbia, dove si dice che io “formai l’uomo con la polvere della terra, e soffiai nelle sue narici l’alito della vita e l’uomo divenne un’anima vivente”.
Il potere vivificante dentro la mia idea (la tua anima), procedette ad attirare a sé, i vari elementi della sostanza terrena (polvere), e a modellarli e plasmarli, atomo per atomo, cellula per cellula, in ossa, tessuti e organi, formando così un rivestimento esterno, finché la tua forma mortale divenne realmente manifesta, e facesti la tua prima apparizione sulla Terra, quale essere umano tangibile divenuto un’anima vivente. La mia idea, poteva ora esprimersi coscientemente, per mezzo di uno strumento terreno adatto, contenente nel tuo Sé tutti i miei attributi, tutti i miei poteri e tutte le mie possibilità.
In questo modo e per questa ragione soltanto, tu e i tuoi fratelli veniste a umana espressione. Ma pur essendo in forma umana, la vostra espressione era tuttavia tanto impersonale che, quantunque semicoscienti, voi cercavate solo in me, dentro, ispirazione e guida.
Queste erano le condizioni in cui tu ti svegliasti, entrando nell’espressione terrena. Questo stato che è chiamato “stato edenico”, ossia dimora nel Giardino dell’Eden, rappresenta la fase celestiale della coscienza impersonale, ossia quello stato in cui tu eri ancora coscientemente Uno con Me, quantunque confinato in un veicolo mortale di espressione.
Io non ti descriverò ora dettagliatamente, come e perché divenne necessario che io ti cacciassi fuori dal Giardino dell’Eden, ti ricorderò solo la parte che il desiderio ha nell’espressione terrena, e la sua relazione con la mia volontà. Una volta che tu avrai risolto e compreso, almeno in parte, la ragione di questo, allora, forse, tu capirai la necessità della caduta della tua coscienza (cioè di quella dell’Umanità) in un sonno profondo e di trovarti, al tuo risveglio, non più esternamente uno ma due: una parte attiva, pensante, aggressiva, chiamata poi uomo, e una passiva, sensitiva, ricettiva, una matrice umana, ossia una donna. E capirai pure la necessità, per la quale qualche influenza terrena, venisse ad attirare la tua coscienza dalle delizie puramente celestiali, a questa nuova condizione, perché tu potessi concentrarti sulla tua missione terrena, ossia sulla tua espressione mortale.
Comprenderai la Sapienza che generò questa influenza, prima nella tua parte passiva, sensitiva e ricettiva, per mezzo del serpente della suggestione, e come nacque così il desiderio, l’agente mortale della mia volontà, che doveva fornire l’energia motrice, per l’ulteriore e completa espressione dei miei attributi sulla Terra.
E finalmente la necessità, che il desiderio gettasse su di te (sull’Umanità) il suo incanto; che la tua natura celeste e impersonale fosse tenuta da parte, come in sospeso, finché, per mezzo del libero ma ignorante uso del mio volere, tu potessi gustare e mangiare interamente il frutto del cosiddetto “Albero della Scienza del Bene e del Male”, e imparare, così, a discernere e conoscere bene quei frutti, per ciò che sono realmente, e ad acquistare la forza necessaria ad usare la scienza, in tal modo acquisita, saggiamente e perfettamente e solo per l’espressione della mia idea.
Tu puoi, forse ora, similmente comprendere come gli occhi tuoi (dell’Umanità), si aprirono alle cose della terra non appena assaggiato questo frutto e alla conseguente conoscenza del Bene e del Male e anche perché tu avesti paura. Ora forse tu puoi capire, perché tutto ciò dovesse accadere: perché tu, Umanità, dovessi lasciare lo stato edenico della coscienza impersonale, e divenire capace di sviluppare in esso, una coscienza personale, un sé atto a esprimere pienamente la mia perfezione.
Così nacque la tua personalità umana e dalla sua nascita in poi, io ti ho spinto a nutrirla, mantenerla e rinforzarla, riempiendoti di brame, di speranze, di aspirazioni, di tutte le varie manifestazioni del desiderio.
Così io ti cacciai fuori dal Giardino dell’Eden, ti vestii d’una veste di pelle ovvero di carne, come gli altri animali, poiché dovevi possedere un organismo, un involucro adatto alle condizioni in cui stavi per manifestarti. Così facendo, io fornii alla mia Idea, una forma confacente all’espressione terrena, e ti diedi il potere di esprimerla per mezzo di un organismo fisico, per mezzo di parole. Nell’impersonale non occorrono parole, solo le idee esistono, si esprimono e semplicemente sono, ma nella nuova condizione bisognava, naturalmente, provvedere un organismo capace d’essere adoperato, al doppio fine di esprimere e di comprendere ciò che esprimeva.
Man mano che la mia Idea si sviluppava, dopo la tua espulsione dall’Eden, tu cominciasti a “crescere e moltiplicare” rapidamente. E nella tua ricerca delle condizioni più favorevoli alla manifestazione dei tuoi particolari attributi, tu ti spargesti a poco a poco su tutta la faccia della Terra, risvegliando ed eccitando l’intelligenza latente, in tutte le forme della vita con cui venivi a contatto.
Così si formarono le varie lingue della Terra, contenenti ciascuna molte parole, nate tutte dal desiderio della mente umana di esprimere in termini terreni, gli infiniti aspetti della mia Idea, e quanto più la mente umana si sforzava di esprimere in parole la mia Idea, tanto più grandi, miserevoli erano i suoi insuccessi.
Verrà il giorno del grande Risveglio, in cui si vedrà che tutte le parole sono soltanto simboli di un’Idea e che tutte le idee di qualsivoglia natura non sono che aspetti di una Idea, la mia Idea di me stesso, in espressione, e che ogni desiderio di esprimere in parole quell’Idea, se non è ispirato unicamente dalla coscienza della mia Volontà, è inconsistente.
Così pure ogni desiderio di esprimere in azioni viventi quell’Idea, senza perdere completamente la coscienza della personalità umana, senza concentrare tutto il tuo Sé in Me, è vana e infruttuosa e finirà solo nell’insuccesso, nel disinganno, nell’umiliazione.
LIBERAMENTE TRATTO DA https://www.fisicaquantistica.it/io-sono-conte-di-saint-germain/il-giardino-delleden
CONTE DI SAINT GERMAIN